Riaperte le iscrizioni all’Associazione della Stampa

La lettera agli iscritti sull’attività svolta nel 2016  e i programmi per il 2017

 

Cara collega, caro collega,

 

si chiude un anno che, sul piano dell’occupazione, ha fatto registrare ulteriori passi indietro. La perdita ulteriore di posti di lavoro non ha risparmiato alcun settore. All’orizzonte non si intravedono segnali incoraggianti, non soltanto per la crisi generale, ma anche per l’incapacità degli editori di mettere a punto efficaci strategie di rilancio, trasformando in opportunità le incognite della rivoluzione tecnologica in atto.

 

Per la carta stampata, le agenzie di stampa e l’emittenza nazionale siamo alla vigilia del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Ferma restando la necessità di garantire efficaci forme di tutela ai colleghi che lavorano in aziende in difficoltà, la partita contrattuale sarà giocata da parte della Fnsi sul terreno del rilancio dell’occupazione. C’è una vasta platea di giornalisti precari, inquadrati come co.co.co., quando non pagati a pezzo, che sono esclusi da qualsiasi forma di tutela previdenziale e assistenziale. Questi colleghi devono essere gradualmente ricondotti nell’alveo del contratto nazionale di lavoro giornalistico, anche attraverso una profonda revisione dell’intero articolato contrattuale. Ineludibile sarà poi il confronto sulle nuove tecnologie, che impongono a tutta la categoria un grande salto di qualità dal punto di vista culturale. Fondamentale, nelle singole realtà aziendali, sarà il ruolo dei Comitati di redazione, con i quali l’Associazione della Stampa intende continuare ad agire in piena sintonia, non soltanto per la gestione degli stati di crisi. Ma soprattutto è auspicabile che la nostra controparte, la Fieg, vada oltre il mero elenco dei tagli al costo del lavoro e sappia individuare strumenti di rilancio con cui arginare l’emorragia nelle vendite e nei ricavi pubblicitari che sta colpendo da tempo tutte le principali testate.

 

Certamente, in questo lavoro, sarà di supporto la nuova normativa sull’editoria. I decreti delegati che stabiliranno risorse e principi per il rafforzamento del sistema, revisionando i criteri ormai risalenti al 1981, ci auguriamo possano consentire innanzitutto nuova e buona occupazione, a fronte degli esodi previsti nella carta stampata. Parallelamente, nuove regole più vincolanti per le imprese entreranno in vigore nel sistema dell’emittenza privata. Ma occorrerà vigilare anche sulla corretta applicazione dei principi cui dovranno attenersi le testate dell’on line, un universo nel quale – a fronte di tante coraggiose realtà editoriali – circolano iniziative pseudo-editoriali che ogni giorno versano sulla rete “fake news” tramite blog, social network e siti pubblicitari mettendo in atto una spietata concorrenza al ribasso a danno dei colleghi e degli utenti. La qualità e professionalità dell’informazione, anche su internet, può essere tutelata solo tramite il lavoro di colleghi iscritti all’Ordine e l’applicazione di corrette formule contrattuali: in tale direzione ci siamo mossi invitando le testate, periodiche e on line, all’applicazione dell’accordo Uspi-Fnsi recentemente rinnovato.

 

Nella nostra regione, la crisi non ha risparmiato nessuno. Nel settore dell’emittenza locale, la persistenza di un numero elevatissimo di testate radiotelevisive comporta una spietata concorrenza al ribasso sul costo del lavoro, a tutto danno dei colleghi. La Puglia, nel mese di gennaio, beneficerà del contributo 2015 per l’emittenza  (circa  5 milioni di euro), mentre a dicembre ha goduto dei benefici finanziari derivanti dalla rottamazione delle frequenze, ma gran parte delle emittenti pugliesi – alle prese con la crisi di mercato – ha spesso tirato la cinghia ritardando il pagamento degli stipendi di giornalisti e tecnici e nel 2017 rischiamo di dover dire seriamente addio a tante realtà che hanno caratterizzato il pluralismo dell’informazione in Puglia. Il sindacato dei giornalisti continuerà a battersi a tutti i livelli affinché i finanziamenti vengano mantenuti e i posti di lavoro tutelati, ma sarà necessario accompagnare il processo di riforma in atto: solo chi crea occupazione vera potrà avere accesso alle provvidenze pubbliche. Molti editori hanno creduto di poter tenere in piedi le proprie aziende facendo affidamento unicamente sui contributi dello Stato, come se fosse possibile fare impresa senza rischiare nulla in proprio. Adesso i risultati sono sotto gli occhi di tutti: resistere alla crisi è impossibile e il rischio di lasciare per strada giornalisti e personale tecnico-amministrativo è concreto.

 

Eguale impegno abbiamo profuso nell’assistere i colleghi della carta stampata, alle prese con i sacrifici imposti dai contratti di solidarietà difensiva finalizzati a mantenere i posti di lavoro. Il settore della carta stampata è in attesa della definizione della riforma degli ammortizzatori sociali riguardanti i pre-pensionamenti e la perdita di fatturato pubblicitario non è ancora compensata dall’aumento progressivo della pubblicità on line, dove i ricavi sono ancora troppo bassi. Anche in questo caso, un maggior impegno da parte degli editori nell’individuare reali strumenti di rilancio del prodotto, sinora relegati a mero elenco di propositi nei piani industriali finalizzati al riconoscimento degli stati di crisi da parte del governo, diventa ineludibile.

 

Anche per i colleghi degli uffici stampa e i giornalisti precari abbiamo provato a garantire – ove possibile – trattamenti normativi ed economici dignitosi, non esitando a denunciare nelle sedi competenti situazioni di lavoro nero o irregolare. Allo stesso modo non abbiamo avuto remore nel denunciare i tentativi di alcuni enti pubblici di prendere in giro i tanti giornalisti precari con la confezione di bandi concorso su misura – finanche senza retribuzione – per figure già individuate, o di spacciare per comunicazione ciò che in realtà è attività giornalistica e va quindi affidata a figure professionali qualificate, iscritte al nostro Ordine. A tal proposito, va detto che la revisione dell’Albo attuata dall’Ordine regionale è stata un primo passo coraggioso che non ha, però, ridotto l’urgenza e la necessità di una riforma dell’accesso alla professione non più rinviabile e che sia in linea con le caratteristiche e le esigenze del mercato del lavoro. In caso contrario, qualsiasi battaglia contro il precariato e il lavoro nero, anche la più nobile, rischia di diventare inutile. In tal senso, auspichiamo che l’applicazione della riforma dell’Ordine professionale consenta non solo una riduzione dei numeri delle rappresentanze, ma soprattutto una maggiore efficacia dell’azione da parte degli organismi decisionali.

 

Noi, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di fare la nostra parte, prevedendo da tempo che tutti i giornalisti iscritti al sindacato non titolari di rapporto di lavoro subordinato o di pensione devono comunque essere iscritti alla gestione principale o separata dell’Inpgi. E abbiamo incalzato gli enti pubblici perché tali principi fossero applicati ovunque si rendesse necessario reclutamento di personale per svolgere attività giornalistica. Ne sono prova i colleghi chiamati, tramite procedure selettive, dai gruppi consiliari della Regione Puglia e con i quali sono stati sottoscritti contratti di lavoro giornalistico. Auspichiamo, inoltre, quanto prima una decisione in tale direzione anche da parte della giunta regionale, intenzionata da tempo a rafforzare la redazione giornalistica.

 

Soprattutto, riteniamo fondamentale l’avvio delle procedure in consiglio regionale per l’approvazione della legge di sostegno all’editoria in Puglia. Nei prossimi mesi la bozza normativa, da noi predisposta, sarà oggetto di esame e approfondimento e intendiamo rafforzare ulteriormente i vincoli già previsti per l’accesso ai finanziamenti pubblici nonché i principi stabiliti per la creazione di nuova occupazione nel settore. D’intesa con i sindacati confederali, stiamo incalzando anche gli uffici preposti dell’Ente Regione – stanti i vincoli di Bilancio – perché siano intercettati possibili canali di finanziamento comunitario da veicolare sulla norma pugliese. Così come abbiamo avviato, in sede di task force per l’occupazione, un tavolo tecnico utile a predisporre interventi straordinari a sostegno del settore dell’informazione, né più né meno di come già attuato dalla Regione per altri settori produttivi.

 

Cara collega, caro collega,

ci aspettano mesi difficilissimi, in cui la tenuta della categoria sarà messa a dura prova e sarà sempre più necessario rendere disponibili i nostri servizi, dall’assistenza fiscale a quella legale, a tutti i colleghi. Per questa ragione, il sindacato ha bisogno del Tuo sostegno. Abbiamo lasciato invariate le quote di iscrizione, che anche per il 2017 restano così fissate:

62,00 euro per i giornalisti professionali; 52,00 euro per i collaboratori.

I titolari di pensione Inpgi che versano la quota di servizio dello 0,30 per cento sono esonerati dal pagamento della quota. In ossequio all’articolo 1 comma 3 dello Statuto, i giornalisti professionali e collaboratori non titolari di un rapporto di lavoro subordinato o di pensione dovranno indicare, al momento del rinnovo dell’iscrizione, il proprio numero di posizione alla gestione principale e/o separata dell’Inpgi.

 

Il pagamento può essere effettuato direttamente in segreteria; tramite bollettino di conto corrente postale (conto numero 16598708 intestato a Associazione della Stampa di Puglia); con bonifico bancario su conto corrente Banco Posta intestato a Associazione della Stampa di Puglia – codice Iban IT43 U076 0104 0000 0001 6598 708; on line, collegandosi al sito www.assostampa.it e seguendo le relative istruzioni.

 

A nome del Consiglio direttivo, della Giunta esecutiva e mio personale, colgo l’occasione per formulare a Te a ai Tuoi cari i più fervidi auguri di un felice 2017.

Bepi Martellotta